«Mi chiedo come Tommaso Cacciari, nipote del più ben noto Massimo, avrà preso la notizia della sponsorizzazione della Coca Cola voluta da suo zio per la città di Venezia». Questo l`ironico commento del vice-capogruppo regionale del Carroccio, Roberto Ciambetti, sulla vicenda che tiene banco nella città lagunare.
Commenta Ciambetti: «Ovviamente non intendo addentrarmi in questioni famigliari, ma sarei davvero curioso di sapere la reazione di Tommaso Cacciari. Forse i No-Global (di cui fa parte) già si preparano ad affilare le armi contro i distributori di lattine, pronti a scaraventarli in laguna? In questo caso, sarebbe l`azienda americana a dover rivedere la propria decisione».
«Al di là delle battute, la decisione di Ca` Farsetti lascia davvero perplessi - spiega l`esponente del Carroccio - . In una città che da sola è un gioiello di architettura e cultura, come si può pensare di vendere i gli spazi pubblici per lasciare strada ad una pubblicità costante, che rischia oltretutto, di rovinare non solo il decoro, ma anche l`attività dei tanti bacari e ristoranti di venezia?».
Continua Ciambetti: «Evidentemente Cacciari non è riuscito a far quadrare i conti del proprio bilancio comunale e decide allora di svendere la "perla dell`Adriatico" e la dignità dei suoi cittadini per rimediare ai propri errori. Ora è chiaro perché il sindaco osteggi l`attuale proposta di federalismo fiscale – conclude Ciambetti - . Con la riforma, gli amministratori pubblici che presentino bilanci in rosso, non potranno più ricandidarsi».
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